AZIENDA Agraria Barone Gallelli di Badolato
Tradizione DAL 1589
LO STEMMA
La tradizione di un azienda agraria, si vede anche dalla storia del suo marchio, infatti storicamente il latifondo fu appannaggio della sola nobiltà terriera, sorta con l’avvento della società feudale. Nato come emblema delle famiglie nobili, e riprodotto quindi su casacche, gualdrappe, e scudi, il blasone venne successivamente impiegato anche per affermare la proprietà su “li beni de lo casato”, come castelli, palazzi, ville, terre e persino animali, a tal fine venne opportunamente riprodotto anche sulle carte catastali, e su scudi di legno appesi all’ingresso di proprietà, in modo da essere un simbolo comprensibile per tutti. In tempi moderni lo stemma, venne riprodotto anche su locandine, etichette, bottiglie e quant' altro destinato al commercio. Antenato dell’attuale marchio d’immagine, lo stemma delle casate si è così nel tempo identificato anche con la storia delle loro aziende agrarie.
Tutti i prodotti dell’Azienda Agraria dei baroni Gallelli di Badolato, riportano lo stemma di famiglia.
Il blasone Gallelli è infatti registrato come marchio presso la camera di commercio quale simbolo dell’ azienda agraria.
L’arma fu modificata da un Franciscus Gallello alla fine del 1500, ed è successivo a quella originaria dei Gallelli a Zara, caratterizzata da un gallo argento, su scudo rosso, fermo su tre cime verdi.
DESCRIZIONE
Troncato nel primo d’oro, all’aquila spiegata di nero coronata, rostrata e armata del campo, linguata di rosso, movente dalla troncatura.
Nel secondo d’oro, alla terrazza di verde sostenente una volpe salente al naturale, con la testa rivolta e sinistrata da un gallo della volpe passante, imbeccato, crestato e barbato di rosso.
Le tre bestie simboleggiano-Audacia, Astuzia, Sveltezza.
L’Azienda oggi reca su tuti i prodotti lo stemma personale del capo famiglia, il barone Ettore Gallelli Benso de Salazar, con accollati (da sinistra), la decorazione dei Parafrenieri Pontifici di Sua Santità, quella dei cavalieri Costantiniani di San. Giorgio, e quella dei cavalieri di Malta ad Honorem di Catanzaro.
Stemma a cura del Prof. Andrea Borella, tratto dalla XXXIIIesima edizione 2020 dell’Annuario della Nobiltà Italiana.