AZIENDA Agraria Barone Gallelli di Badolato
Tradizione DAL 1589


LATIFONDO GALLELLI


Le dimensioni di una tenuta agricola a partire dalle quali le si attribuisce l'appellativo di latifondo variano da paese a paese, a seconda della storia e della densità di popolazione di quest'ultimo.

In Italia (dove in media un'azienda agricola ha 5-6 ettari) si considera solitamente latifondo una tenuta agricola che supera i 100 ettari (1 km²).

Mentre in America Latina (dove in media un'azienda ha 25-30 ettari) un latifondo, per essere ritenuto tale, deve superare i 500 ettari (5 km²).

In un paese grande come il Brasile, per esempio, si considera latifondo un terreno superiore ai 1.000 ettari (10 km²).

Alcuni latifondi raggiungono dimensioni tali, specie nell'America del sud, da costituire veri e propri feudi.

Ma ovviamente bisogna considerare che per storia, posizione geografica, e brend, i terreni Italiani costano il quadruplo dei terreni che si possono comperare in America latina, o Australia.

Il latifondo Gallelli si estende nei comuni di Badolato, Isca, S. Andrea, S. Caterina, Montepaone, e Catanzaro, per un totale globale di 542 ettari.
Nel comune di Badolato sono presenti fondi per circa 300 ettari.
Cuzz
ulla, Gambarilli, don Micheluzzu, Gallipari, Martina, Secola, Caruso, Mandrie, Cario, Cercido, Tabaccaro Murello. Giovanni, e Serramala, Castania, Lisena, carretta, Antonazzo, Carfone, Cima, Ramballo, Pigni, Pascasia, Zangares, Gianbartolo, e Mandrie. Nel comune di Montepaone, sono presenti fondi per circa 20 ettari.


Mentre nel comune di Catanzaro sono presenti fondi per circa 180 ettari, dislocati a Settingiano e Corace. Alcuni di questi hanno colture che sorgono su terreno argilloso, difficili da trattare, ma attraverso l’impiego di abbondante concime, e grazie alla creazione di pozzi, si è ovviato a questo problema, solo presso la tenuta di Pietra Nera, ve ne sono stati realizzati un totale di 5. La maggior parte delle piante di ulivo a Badolato sono secolari, e hanno un diametro di 1 metro e 40 cm. Piantate nel 1666 da don Luca Gallelli, primo barone Gallelli di Badolato, costituiscono l’ossatura originaria di questa azienda agraria. Don Luca iniziò, infatti, un ampio lavoro fondiario relativo a oliveti, fino a raggiungere al termine di ogni campagna olearia, un totale di 7000 macine di olive, prodotte da circa 8000 piante. Come seconda estensione di colture in ordine di grandezza, l’azienda si è orientata a rimboschire con ciliegi da legno, un totale di 90 ettari, applicando la legge 9010 U.E. Mentre invece le rimanenti parti fondiarie sono orientate alla coltivazione di agrumi, grano, sulla, erba medica, avena, fieno, mandorle, orzo, e ortaggi.



Una mappa geografica, raffigurante la baroni di Badolato nel 1658 sotto l’amministrazione Gallelli (olio su tela cm. 200X250




Quadro d’Unione dei fondi Gallelli nel solo comune di Badolato





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